“Quando torneremo in chiesa saremo più convinti del valore della Domenica e non lo baratteremo con altro; sapremo rivedere le nostre scelte e chiedere, uniti, che anche i commercianti possano viverla in famiglia; che la spesa, come accaduto in questi mesi, sappiamo farla nei tempi giusti; che l’esigenza di spendere, per il bene dell’economia, non può sacrificare il diritto di tempi lenti, per sé, per i propri cari, le proprie passioni, la propria fede”.
Così scrivevamo da queste colonne il 17 maggio scorso, all’inizio della fase 2 della pandemia.
Con piacevole sorpresa avevamo appreso che a Ruvo di Puglia tale auspicio sarebbe diventato realtà perché i commercianti avevano manifestato comune accordo nella gestione oculata degli orari di apertura, proponendo una coraggiosa decisione, quella cioè di rivendicare il diritto ad una armonica conciliazione fra tempi di lavoro e tempi di vita personale e famigliare.
Grazie anche alla mediazione dell’assessora alle attività produttive, Lucia Di Bisceglie, piccoli e grandi alimentaristi si erano messi intorno a un tavolo concordando la chiusura serale alle 20,30 e quella totale nelle domeniche e festivi. Nei giorni precedenti si auspicava, da parte di alcuni commercianti, addirittura la chiusura alle 20 per il forte desiderio di riappropriarsi degli spazi di vita della famiglia. E mancava soltanto l’ordinanza comunale perché ciò finalmente si attuasse. Poi, però, pare che uno degli esercenti si sia ritirato facendo cadere l’accordo, determinando il nulla di fatto. Peccato! L’economia prevale. L’uomo è fatto per la domenica e non il contrario, purtroppo. Siamo convinti che, come nel periodo critico siamo stati in grado di gestire le nostre spese, lo si potrebbe fare anche adesso e gli esercenti non prederebbero i loro introiti, sarebbero solo spalmati meglio durante la settimana. Ci vuole volontà. Non è assolutamente giusto continuare con ritmi che vanno a discapito di alcuni (dipendenti). Altrimenti vani saranno stati i sacrifici fatti durante il lockdown.
Chiediamo con forza di tornare sulle decisioni e fare di Ruvo un esempio anche per gli altri Comuni. È questione di abitudine, non di necessità. Per Cristiani e non, è la domenica fatta per l’uomo. Anche noi acquirenti dovremmo saperlo e, di conseguenza, decidere di regolare i nostri acquisti, evitando di farli la domenica.
di Luigi Sparapano