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Giovinazzo: la generosità che non si arresta

Il morso del Covid. Viaggio nelle Caritas cittadine/3

“Anche a Giovinazzo il Covid ha portato nuove povertà: operatori dell’edilizia e dell’agricoltura, della ristorazione e tanti lavoratori a nero. Emergenza che continua perché ridotto il personale di pizzerie e ristoranti che stanno riprendendo, ma in maniera contingendata. Anche in agricoltura il problema persiste, per il periodo di poco lavoro, prima della vendemmia”. Parole chiare quelle di Leo Gadaleta che con Chiara Stricuglio coordinano da gennaio scorso la Caritas cittadina di Giovinazzo, subentrati a Rosa Serrone, per tanti anni responsabile locale. Ci sono ancora famiglie che hanno bisogno di supporto e, pur essendo ferragosto, non possiamo voltarci dall’altra parte.
“Abbiamo fatto 39 nuovi ascolti, nel periodo Covid, rispetto ai 10 che normalmente in un anno si aggiungono, tenendo conto che ammontano a circa 800 le famiglie registrate presso il centro di ascolto cittadino, allocato di fianco alla Concattedrale” puntualizza Leo.
Particolare la situazione dei giostrai che sono rimasti bloccati a Giovinazzo, durante il lockdown, dove erano parcheggiati in attesa della stagione delle feste che va da aprile ad ottobre. Nove famiglie per circa 40 persone, che si erano rivolte addirittura a Caritas Italiana che a sua volta aveva allertato la Caritas diocesana e cittadina. Alimenti, buoni spesa, contributi economici e ricerca di lavoro per qualcuna delle loro donne. Persone di grande dignità, con un significativo senso di pudore nel chiedere, forse poco solidali tra loro stessi, ma generosi, ad esempio donando alcuni indumenti al guardaroba Caritas.
“Siamo intervenuti tante volte, anche da parte del Comune che ha attivato la rete Giovinazzo solidale e ha concentrato in un unico luogo la raccolta di alimenti”. La Caritas faceva le segnalazioni e il Comune, tramite i gruppi del SER, consegnava a domicilio. Anche le parrocchie hanno continuato a distribuire pacchi alimentari, su appuntamento o a domicilio. Molto prezioso il lavoro fatto per aiutare le famiglie a compilare le domande di sussidio da presentare in Comune, agevolando operazioni informatiche altrimenti difficile da fare per certe famiglie. “Ci siamo fatti tramite tra famiglie e Comune, abbiamo fatto parte del COC mettendo a disposizione le nostre conoscenze dirette sul territorio per impostare adeguatamente le iniziative di sostegno del Comune alle tante richieste”.
I fondi impegnati dalla Caritas ammontano a circa 11000 euro che, a partire da maggio, sono stati utilizzati per gli affitti (mediamente 400-500 euro mensili), le utenze, contributi economici e buoni spesa. A parte 3500 euro ricevuti subito (2500 da Caritas diocesana, fondi 8xMille, e 1000 e da una Fondazione), il resto dei soldi sono frutto della generosità dei Giovinazzesi, generosità che anche in questo periodo agostano non dovrebbe cessare, permanendo importanti situazioni di bisogno.
“Qualcuno siamo andati noi a cercarlo perché il forte disagio nell’ ‘andare alla Caritas’ non permetteva di ricevere quanto necessario per il sostentamento della famiglia; dopo quella che doveva essere l’unica volta – poi restituisco subito, aveva detto Giovanni (nome di fantasia), tanto era il disagio – purtroppo, tante altre sono succedute, fino a che, in questi giorni, ha ripreso pian piano a lavorare”.
Molti casi di persone che si erano rivolte al Comune e da questo indirizzate alla Caritas che, per tutto il lockdown ha tenuto in piena attività Leo e Chiara, con il telefono in continua comunicazione. “Purtroppo ho dato il mio numero di cellulare – dice sorridendo Leo – credendo che sarebbe stata una cosa temporanea, invece è diventato telefono di pubblica utilità che ancora adesso è riferimento per chi avesse necessità (3663114355). Per fortuna – dice lui – che anche io sono stato fermo per il lavoro per cui ho potuto dedicarmi agli ascolti. Un periodo molto, molto intenso, aggravato dalla chiusura dei centri di ascolto da parte delle parrocchie, limitatesi alla distribuzione di alimenti. Adesso abbiamo fermato il centro di ascolto cittadino e sollecitato le parrocchie a riaprire i rispettivi centri interfacciandosi con noi per le esigenze economiche”.
Accanto a questa attività assistenziale non si è fermata quella aggregativa della Caritas cittadina con l’animazione estiva dei minori seguiti dalle operatrici, dopo l’interazione avuta nel periodo scolastico per il quale sono state fornite schede telefoniche e tablet per consentire la didattica a distanza.
Circa il servizio guardaroba, per ora sospeso, riprenderà a settembre in maniera congiunta con le Suore di San Giuseppe.
L’emergenza è superata, ma i problemi cronici restano: affitti e utenze arretrate. Anche a Giovinazzo è stato difficile trovare proprietari di case che abbiano condonato qualche mensilità di affitto; “l’appello che sento di fare – conclude Leo – è quello di invitare i proprietari di case a calmierare gli affitti che sono esagerati e insostenibili in questo periodo e, se possibile, abbuonare qualche mensilità. Sarebbe una alta prova di carità”.

Luigi Sparapano