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Ricordati

Editoriale del n.26 del 28 giugno 2020

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Ricordati…
L’imperativo, dalla chiara evocazione biblica, è stato il verbo con cui Mons. Cornacchia ha sintetizzato la sua introduzione al Consiglio Pastorale Diocesano, riunito il 18 giugno scorso in presenza, dopo l’ultima convocazione del novembre scorso.
Date, impegni, visite e scadenze pastorali saltate a causa degli eventi; ma «non dobbiamo pensare a quanto non si è fatto – ha detto -, piuttosto abbiamo il dovere di ricordare le tristi scene che ci sono passate davanti agli occhi attraverso gli schermi televisivi».
Ricordare, portare al cuore, custodire la memoria di coloro che sono deceduti o che si sono ammalati, come di quelli che li hanno curati con grande abnegazione o che hanno garantito i servizi essenziali, non ultimo quello dell’informazione.
«Se è vero che la pandemia non ha toccato il nostro territorio, come purtroppo è successo ad altrove – ha detto il Vescovo – è altrettanto vero che dobbiamo anche rimarcare come sotto la coltre di tristezza si sia sprigionata una grande energia canalizzata in molti modi: nelle Caritas, nelle parrocchie, nelle associazioni, nei singoli… di tanti che hanno aperto il proprio cuore e le proprie mani agli altri e continuano a farlo». Il Vescovo ha così ringraziato i laici, dopo che nell’ultima Messa Crismale aveva ringraziato il Clero per quanto fatto in questi mesi. «Adesso tocca riprendere lentamente e progressivamente» non chiudendo una parentesi, ma cogliendo le sollecitazioni che l’emergenza ha suscitato.
E’ proprio in questa prospettiva che la Consulta dei laici ha proposto un documento (alle pagine 4 e 5) con cui offre alla Chiesa locale alcune scelte di fondo che possono rimodulare la pastorale in un tempo che speriamo possa dirsi rinnovato: camminare insieme, essenzializzare, fare rete, con particolare riferimento a tre priorità: lavoro, educazione, famiglia. Non siamo all’anno zero, ma a un nuovo inizio che deve trovarci tutti più uniti e concordi, cercando di elevare il livello di presenza e di testimonianza ecclesiale sui territori (fisici e digitali). Il contributo del laicato diocesano va in questa direzione, sperando che non venga neutralizzato da un atteggiamento spugnoso che tende a livellare o insabbiare ogni buona intenzione o che insiste nel guardare le cose solo dal proprio angolo visuale, non cogliendo il buono che c’è negli altri.
Da parte nostra, come giornale, ci fermiamo con questo numero cartaceo (ma proseguiamo on line), per la consueta pausa estiva, non essendoci mai fermati prima, anzi… Contiamo di riprendere a settembre con la distribuzione parrocchiale, facendo tesoro di quell’altra grande eredità di questo anno pastorale che è stata il Festival della Comunicazione.
Buona estate!

Luigi Sparapano