Luce e Vita - Attualità

Il coronavirus in Terra Santa. (Disponibile il numero completo)

Editoriale del n.13 del 29 marzo 2020

Scarica e sfoglia tutto il numero

Il Coronavirus (il male) unisce il mondo? Questa la domanda che tutti noi ci poniamo: possibile che il male unisca il mondo?
Tutto è iniziato un mese fa, quando sono partito da Israele verso Giordania per accompagnare un gruppo di pellegrini italiani in Giordania per 3 giorni. Arriviamo a Petra all’ora di cena. Al tavolo di fronte a noi c’era un prete milanese con il suo gruppo e parlava ai suoi pellegrini: “La situazione della diffusione del Coronavirus sta aumentando a Milano, dobbiamo preparaci alla possibilità di partenza anticipata da Tel Aviv fra due giorni, sperando di poter rientrare in Israele attraverso ponte Allenby, in quanto il governo Israeliano ha proibito l’entrata in Israele degli Italiani e sta per decidere di annullare i voli tra Italia e Israele”. Arriviamo a ponte Allenby, ci fanno entrare in Israele incontrando dalla parte giordana un grande gruppo sud Coreano che era stato bloccato al confine di Israele. Proibita l’entrata dei Coreani in Israele, sono stati mandati in dietro ad Amman per ripartire verso il loro paese. Torniamo in Israele via ponte Allenby per andare al nostro albergo a Bethlehem e ci arriva una telefonata: “L’Autorità Palestinese proibisce l’entrata degli Italiani e Coreani a Bethlehem”. Allora dobbiamo trovare alternative di alloggio a Gerusalem. Il governo Israeliano ha deciso che tutti i gruppi che sono già nel paese possono continuare le loro visite dove è possibile entrare.
Piano piano si è svuotata la Terra Santa, i voli d’arrivo a Tel Aviv sono diminuiti gradualmente, arrivando vuoti, partendo pieni con i pellegrini che rientravano nei loro paesi. Un mese fa gli alberghi nella zona di Gerusalemme e Bethlehm erano super affollati al punto di dover utilizzare alberghi in Hebron e Ramallah. La Basilica del Santo Sepolcro, dove si stava 2-3 ore in fila per entrare, oggi è vuota. Il “sepolcro vuoto” è anche vuoto di Pellegrini, camminando nelle strade di Gerusalemme sembra di stare in una città di fantasmi.
Bethlehem è in stato di coprifuoco generale. La Basilica chiusa ci ricorda gli anni dell’Intifada, quando ci fu il famoso assedio della Basilica della Natività da parte dell’esercito Israeliano. Nel territorio dell’Autorità immediatamente sono state prese misure severe con la decisione del presidente Abu Mazen di dichiarare lo “stato di Emergenza” in Palestina e così sono stati capaci di avere sotto controllo la situazione. Solo 59 persone infette, delle quali 17 guariti, nessun morto.
In Israele la situazione è più drammatica. Nel mezzo della crisi sanitaria del Coronavirus, ci sono state le elezioni politiche ripetute per la terza volta in un anno, con governo transitorio, limitato nel suo agire e nelle sue funzioni, che ha preso delle decisioni graduali, causando una situazione tragica, senza controllo: con 135.000 persone in quarantena obbligatoria a casa, 1656 infetti, 29 in situazione difficile, 41 guariti, 1 morto. Il Ministero della Sanità prevede l’aggravarsi della situazione nei prossimi giorni. Si cerca di prendere il controllo attraverso lo “stare a casa” obbligatorio per tutti cittadini di Israele che entra in vigore oggi.
La Chiesa in Terra Santa è stata chiamata a scendere in campo adeguandosi alla situazione creata dal Coronavirus, seguendo tutte le direttive dell’autorità civile e specialmente per la questione delle celebrazione liturgiche, le attività pastorali e le manifestazione religiose. L’assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa, seguiti da altre Chiese, ha deciso di annullare le messe comunitarie in tutte le chiese, massimo 10 persone secondo le direttive del governo osservando la distanza di 2 metri uno dall’altro (perchè 10 persone? Secondo la tradizione Giudaica, per la preghiera comunitaria devono stare in dieci persone: minian). Ha deciso anche di dare la comunione in mano. Quest’ultima decisione ha generato una reazione contraria tra il popolo, abituato a prender la comunione sotto le due specie. In una società osservante tradizionale come la nostra, specialmente nell’ambiente ortodosso, dicevano che il corpo e il sangue di Cristo li proteggerà dalla malattia. Insomma, non mancano resistenze alle direttive; anche nell’ambiente Giudaico ortodosso che ha rifiutato la chiusura delle scuole rabbiniche e la sospensione delle manifestazioni popolari. Nei funerali solo la famiglia stretta è presente; rimandati i matrimoni, la maggior parte delle parrocchie sono passate a trasmettere le messe via facebook, spiegando anche la questione della comunione spirituale per i fedeli.
I mezzi di comunicazione sociale hanno il loro ruolo determinante in questa situazione, aiutando moltissimo nell’applicare le direttive, anche favorendo la comunicazione tra i famigliari, specialmente gli anziani, raccomandando di tenersi lontani da loro per non contagiarli in quanto sono i più fragili. Anche l’unirsi in preghiera, attraverso i mezzi di comunicazione sociale, da tutte le parti del mondo con il Papa è stato un gesto e momento commovente.
Un ricordo e una preghiera speciale vanno alla Nazione Italiana che sta soffrendo molto per la drammaticità della situazione, preghiamo per quelli che sono state vittime di questo male affinchè il Padre eterno li accolga nel suo regno.
Noi in Terra Santa, uniti a tutto il mondo e a tutta l’umanità, preghiamo per il nostro Padre Celeste e il suo figlio Gesù con l’intercessione della Madonna e tutti santi e specialmente San Charbel, di guarire il mondo da questo male. Amen.

Diacono Sobhy Makhoul
Cancelliere dell’Exarchato Maronita
Gerusalemme